Ma vi ha, se è possibile, di peggio: la carcere è una causa diretta di delitti per sè stessa, perchè diventata un comodo albergo, stante all'esagerata mitezza riesce la mira di alcuni che delinquono per ottenerla.
Io farei a fette il viso a chi sparla (cantava un prigioniero di Palermo; della Vicaria. Chi dice che la carcere castiga, oh! come si sbaglia il poveretto; la carcere è una fortuna che vi tocca, poichè vi insegna i ripostigli (porteddu) e i modi del furto
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Questi fatti ci spiegano come le nostre statistiche e le statistiche inglesi ci diano così spesso degli individui entrati nel carcere fino a 50 a 60 volte, e ci spiegano il caso di quel tale di cui narra Breton che commetteva furti solo per farsi ricoverare in prigione e che alla 50ª volta condannato alla cella disse: La giustizia questa volta mi ha frodato, ma non mi ci corranno un'altra volta; ed il caso ripetutosi nel maggio del 1878 a Milano da quel Zucchi chè rubò alle Assise per farsi porre in prigione. "Dal 1852 in poi, diceva egli, ho passato in carcere 20 anni: l'amnistia mi ha fatto escire, ma non posso vivere con una lira al giorno; ho pensato di farmi mettere in prigione per poter mangiare, bere e dormire. Sig. Presidente, calchi la penna, perché tanto e tanto in carcere non si sta male (Rivista di discipline carcerarie, 1878); e nel 1879 a Roma un vecchio di 80 anni che ne era stato 47 in prigione, dove si era trovato benissimo, in ispecie sotto il papa, strepitava presso il questore per rientrare in carcere: "Io non vi chieggo un impiego, ma un carcere qualunque pur che possa vivere tranquillo; ho oramai 80 anni e non vivrò tanto da rovinare il vostro governo che è già male in gamba".
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