In Sicilia si paga un tanto, come si vede nel processo del Lombardo, per riavere il cavallo o la pecora rubata; o viceversa, il ladro paga un tanto alla vittima, perchè si accontenti, o non si vendichi, o non reclami il furto; il che dà proprio l'immagine della giustizia primitiva(206).
Una causa principalissima, che nei popoli poco civili favorisce le associazioni malvagie, è lo straordinario prestigio che ispira ai deboli la forza brutale.
Chi ha veduto una volta un vero camorrista dai muscoli di ferro, dal cipiglio più che marziale, dalla pronuncia con rr raddoppiate, in mezzo alle popolazioni dalle molli carni, dalla pronuncia vocalizzata, dall'indole mite, comprende subito, come se anche non fosse stato importato, qualche morbo simile alla camorra avrebbe dovuto sorgere dalla troppa sproporzione fra quelle individualità energiche, robustissime, e le moltitudini docili e molli. Lo stesso camorrista, involontariamente, cede a questa legge; figlio della forza e della prepotenza, si inchina davanti ad una forza maggiore della sua. Una prova curiosissima di questa influenza si ha in un fatto raccolto dal Monnier. Un prete calabrese, cacciato in prigione per avventure galanti, fu richiesto al suo ingresso della solita tassa dal camorrista; rifiutò, ed alle minaccie del settario rispose che, se avesse un'arme in mano, niuno avrebbe avuto il coraggio di minacciarlo a quel modo. "Non c'è difficoltà, rispose il camorrista", e in un batter d'occhio gli offerse due coltelli: ma dopo pochi colpi egli era freddato: alla sera, il quasi involontario uccisore, che tremava della vendetta settaria più assai che della giustizia borbonica, con sua grande sorpresa si trovò in vece offerto il barattolo della camorra.
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