I furti vigliacchi, gli omicidi commessi a tradimento e a sangue freddo, sono per lui il sale della vita.
Fra i Fidii, dice Williams(211), se si dà un rimedio a un indigeno malato, egli si crede in diritto di reclamare dei viveri, e se gli si dànno i viveri di reclamare dei vestiti, e così tutto quello che a lui viene in mente; e se non gli si concede qualcosa si crede in diritto di ingiuriarie e far violenza: è un popolo guerriero.
Ecco gli effetti della guerra per quanto riguarda l'umanità. Vediamo ora quella sulla generosità.
I Fidii, dicono i viaggiatori, non conoscono che la generosità ispirata dalla vanità
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I Dacota sono interessati, avari, non dànno niente se non sanno di ricavarne il doppio.
I Nagua, poi, non hanno una scintilla di generosità, sono vili, traditori, assassini - e son tutti popoli guerrieri.
I popoli pacifici invece sono ospitali, dolci. Passando dagli Annamiti cristiani e guerrieri, alle tribù pacifiche della montagna(212), ci sentiamo riconfortati: lo straniero è sicuro di trovarvi larga ospitalità; subito ammazzano in suo onore un porco e gli presentano la coppa dell'amicizia. La stessa differenza trovò fra i Malesi e i Fakun.
Quanto alla giustizia è naturale che debba scarseggiare in costoro, in cui tutto sta nella forza del pugno, e il duello al più era il miglior giudice.
Dai primordi della civiltà, è solo man mano che il regime militare ha cessato di predominare, che i rapporti fra i cittadini sono andati conformandosi all'equità e alla giustizia: i popoli guerrieri, i Fidii, i Dacota, i Negritos, non ne hanno idea; questi ultimi, se è loro ammazzato un uomo, ne uccidono un altro di una tribù vicina, anche se non ha niente a che fare coll'omicida.
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