187).
Eredità. - Codeste questioni di razze, è facile a capirsi, si risolvono in una questione di eredità.
Fra i moderni briganti meridionali ve n'erano alcuni che discendevano dal terribile Fra Diavolo. Molti tra i famosi camorristi sono fratelli, come per es., i Borelli, e sono noti i sette fratelli Mazzardi di Cannero, i fratelli Manzi da Cerro, i Vadarelli, i La Gala, ed in Nord-America i fratelli Youngas che giunsero a svaligiare in pieno giorno le banche pubbliche del Minnesote. La banda di Cuccito, quella di Nathan erano tutte composte di parenti, fratelli, cognati. Qui oltre l'influenza dell'eredità, che può raffinare nell'arte del male come in quella del bene, oltre l'influenza della tradizione, dell'educazione, si aggiunge, anche, l'aiuto materiale del numero. Una famiglia di malfattori è una masnada già bella e formata, e che ha, col mezzo delle parentele, il modo di ingrossare e di eternarsi nei figli (V. sopra).
Nel 1821, le comuni di Vrely e di Rosières erano funestate da furti e assassinî, che mostravano una conoscenza del luogo ed una audacia non comune. Il terrore impediva le denuncie; finalmente la giustizia colpiva i colpevoli, che appartenevano tutti ad una famiglia. Nel 1832, vi si ripeterono i furti; ne erano autori i nipoti dei primi arrestati. - Nel 1852 e fino al 1855 si rinnovarono continui assassini nelle stesse comuni. Gli autori n'erano sempre i pronipoti dei primi, che mettevano capo a quei Chretien, Lemaire e Tanre di cui demmo sopra a pag. 191 lo strano albero genealogico.
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