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      Nessun'altra casta fece altrettanto.
      E credo indispensabile scemare quanto sia possibile le tasse sul caffè e sul thè, in confronto del vino e sopratutto degli alcoli, facendo un'eccezione a favore del primo, solo alla peggio, nei paesi dove di questi ultimi si tenda ad abusare.
      Non già che anche il vino non avveleni, a sua volta, ma assai meno rapidamente e meno facilmente dei liquori; specie di quelli più fatali che contengono, oltre il veleno alcoolico più concentrato, anche altre droghe altrettanto venefiche; come l'absinth, il vermout: ben inteso che certi vini tristi (bleu) artificiati con tinture, alcool e droghe, vanno contati come pessimi liquori, e devono essere, più ancora di questi, presi di mira, dal tassatore, appunto pel maggiore spaccio che segue al buon prezzo.
      Sopratutto conviene colpire, inesorabilmente, con restrizioni dell'ore notturne, dei giorni festivi e delle licenze, e coll'obbligo di vendere anche caffè ed alimenti, gli spacciatori al minuto di alcoolici, specialmente in vicinanza alle fabbriche e peggio se dentro di esse e delle miniere, e se, come ci rivelò il Ciccone, il padrone stesso vi fosse interessato, potendo contribuire così coll'autorità propria, anzi, colla stessa paga, a corrompere e ad avvelenare anche il più sobrio operaio.
      E non si venga fuori colla solita, avvocatesca, gherminella della libertà, sotto cui a poco a poco ci vediamo stringere i polsi e atrofizzare il cervello peggio che un tempo sotto le panie dei frati di S. Ignazio. - Quando vedo il più puro, il più democratico fra il purissimo sangue anglo-sassone, come lo stato del Mayne, limitare perfino la quantità d'alcool che un cittadino può tenere in sua casa e rendere responsale l'oste dei danni di ciascun suo cliente ubbriaco e limitate in certi giorni le ore dell'apertura, e dappertutto nei paesi civili d'Europa, limitato il numero degli esercizi e istituiti in alcuni, per ciò, appositi ispettori di controllo, e quando vedo farsi di tali misure, promotore, apostolo, ed anzi, quasi martire, Gladstone, mentre da noi si vocia a tutta gola come a despoti o socialisti dottrinari contro coloro che, come Minghetti, Luzzati, A. Mario e Sperino, invocano l'intervento dello stato a tutela dell'igiene, e quando vedo anzi sempre più allargate e libere le licenze, ed aumentate le ore d'apertura dell'osterie, e quando vedo non una voce sorgere perchè si sostituisca alle fatali tasse sul sale e sui grani, quelle dell'alcool od almeno sugli esercizi degli acquavitai, che sarebbero tanto più moralizzanti, io mi domando se codesta libertà di cui facciamo tanta pompa, non copra, invece, col suo splendido nome, una merce avariata, o, quel che è peggio, non ci dissimuli, sotto fragile orpello, un vicino e grave pericolo.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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