Mentre in tutto il mondo civile le farine, le carni, il sale, o non sono gravati o lo sono insensibilmente, in Italia sopportano un peso di quasi duecento milioni. In Inghilterra non esiste alcun dazio sulle materie alimentarie. L'operaio in Francia non paga che novanta centesimi pel sale. In Italia ogni cittadino paga oltre sette lire di gabella sul sale, sul pane e sulle carni, e più pei fabbricati. In Bologna, p. e., l'imposta sui fabbricati raggiunge il 41%
(Pepoli, Journ. des Économ., 1878).
Bisognerà, dunque, abbassare le imposte che più colpiscono le industrie, e ne impediscono lo sviluppo, e che gravano sui poveri, e sostituirvene di tali che meno danneggino la salute, ed anzi ritemprino la morale, come quelle sugli alcoolici e sul tabacco, le quali non saranno risentite che dai viziosi, e dai ricchi; e cavarne le economie (Journ. des Économ.) dalla diminuzione delle armate di terra e di mare, che oltre ad esser improduttive sono anche, come vedemmo, veri centri criminali (v. s.).
Siccome una grande causa della miseria e dei delitti è l'eccesso della popolazione, dobbiamo organizzare e dirigere saviamente l'emigrazione dalle terre più popolate alle meno d'Italia.
L'immensa miseria nel Baden del 1850, dopo i fallimenti dei grandi fabbricatori, s'alleviò coll'emigrazione di più di 12.000 artigiani dal 1851 al 1858 (Carpi, Delle Colonie, op. cit.),
Lord Derby diceva:
Io ebbi sempre la convinzione che se nel nostro paese fummo liberi dai maggiori mali che affliggono la società, il merito va attribuito al fatto che sempre avemmo al di là dei mari sfoghi per le nostre popolazioni e per le nostre industrie
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