Noto poi che in alcuni predisposti la clausura, la vita conventuale provoca a sua volta come notammo dei nuovi delitti (inversioni sessuali, truffe), e poi non permette che il giovane slanciato nel mondo abbia forti a sufficienza le ali per lottare contro il male.
S'aggiunga infine che per quanto verniciato e mascherato il rituale, la formula liturgica s'impone in quegli istituti fra noi più di tutte le norme per la vita.
Negli orfanotrofi di Francia, scrive Joly, si bada sopratutto agli interessi religiosi dei bimbi e si classificano in confraternite e non si dànno ad un mestiere (Joly, Le combat contre le crime, p. 91).
Anche Roussel fa notare che la carità congregazionista di Francia è tutta rivolta alle ragazze, sicchè i maschi abbandonati non hanno altra risorsa che il carcere e i riformatori correzionali; e che di più gli asili cattolici quasi mai accolgono gli orfani illegittimi; e che mentre i protestanti cercano di mettere in luce le proprie organizzazioni, essi cercano di sfuggirla e non vogliono aver rapporti che col vescovo e con Roma; e molte cercano di lucrare col lavoro delle minorenni, nè le pongono in condizione di guadagnarsi il pane perchè non li mettono in cognizione di un mestiere, ma di una parte di un mestiere. - Gli allievi degli orfanotrofi crescono senza pratica al mondo e incapaci di crearsi un avvenire (Roussel, Enquète sur les orphelinats, 1882).
Nè la cooperazione del pubblico è nella carità latina diretta, continuata, quasi, in associazione col fondatore e al più è solo di denaro e non di prestazione personale e attiva, e quindi meno interessata e meno efficace: e l'azione dei grandi apostoli è tutta subordinata alla influenza personale e ieratica di un dato individuo che ne ha tutti i meriti come tutte le responsabilità, ma che sparendo lascia un incolmabile vuoto.
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