(292).
Si ha un bel suggerire nei Riformatori delle suddivisioni nuove: ma è già molto se si attuano quelle per età e per la causa del ricovero. Chi è che si sogna di dividere dagli altri, e all'uopo isolare almeno fuori delle ore di lavoro, i masturbatori? gli irosi impulsivi? i psicopatici sessuali? i ladri? i tormentatori d'animali? E anche volendolo, come lo potrebbero, se quasi tutti, anzi tutti, qualche prava speciale tendenza l'hanno, senza di che non sarebbero stati ricoverati?
Eppure qui sta uno dei punti più salienti del problema.
Un naturalista collocò in un acquario, divisi fra loro da un vetro, dei carpi e dei piccoli pesci che essi erano soliti mangiare; sulle prime si gettavano sul vetro per abboccarli, ma dopo, visti inutili i tentativi, cessarono. E dopo anche tolto il vetro, convissero senza attaccarli più. È l'abitudine che li fece divenire innocui se non innocenti. Così il cane coll'abitudine e coll'educazione finisce a non rubare.
È con questo metodo che si devono curare i criminali-nati, e non solo coi bagni e la ginnastica, e, peggio, colle punizioni feroci, che nulla possono sulle abitudini morali.
Quando si voglia far di istituti correzionali un luogo di cura, cosa difficile se non impossibile, dobbiamo lasciare da banda l'istruzione alfabetica, che riesce quasi sempre dannosa perchè facilita ai rei i mezzi di comunicazione, cui il reclusorio dovrebbe troncare, e fornisce nuove armi al delitto; al più si deve impartirla, al pari della ginnastica e come alcuni lavori obbligatorii senza scopo, per sviluppare quell'energia del corpo e della mente che manca quasi sempre in costoro, in cui suprema tendenza(293) è l'accidia; ben più ci conviene invece innestare in essi le cognizioni pratiche sui mestieri utili, sulla merciologia, sull'agraria, la fisica applicata, come si fa, per esempio, in Svizzera.
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