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      Perciò, quindi, bisogna abolire il diritto di grazia che dà lusinga di ottenere l'uscita, non per i meriti propri, ma pei favori degli altri(295).
      E bisogna (dice assai bene Despine) rilevare i rei ai loro propri occhi, far loro comprendere che possono riacquistare la stima del mondo, inspirare il bisogno di diventare onesti col mezzo di quelle stesse passioni, che se fossero lasciati a loro stessi li farebbero diventare peggiori. Despine, Elam, De Metz, Moutesinos, Brockway(296) calcolavano tanto sull'influenza del loro punto d'onore, da lasciarli quasi liberi al lavoro sulla parola, ed uomini feroci, cui 20 guardiani appena avrebbero bastato a frenare, non sognarono pur di fuggire o al caso ne furono impediti dai compagni.
      Ferrus racconta come un ladro diventasse galantuomo, vedendosi affidata la guardaroba, a bella posta, dalla suora delle carceri. - Un condannato, ozioso, era insopportabile per l'eccessiva violenza; gli si dette la sorveglianza di un gruppo di condannati e divenne il più docile di tutti.
      Un giorno un detenuto di Citeaux, condannato coi compagni a vuotare dei cessi, gettò la vanga imprecando contro il direttore Alberto Rey; questi, senza far motto, prese lo strumento e si mise a lavorare in sua vece; lo sciagurato, colpito da questa nobile lezione di morale applicata, riassunse, commosso, il lavoro e vi permase.
      Questi esempi ci mostrano ancor meglio la via, con cui noi possiamo curare ed educare costoro, cioè col fatto più che colla parola, colla morale in azione più che colla dottrina teorica.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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