Pagina (480/833)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Sopratutto amano l'ozio, nè si occuperebbero, e non tutti, che di ginnastica e musica.
      Anche Joly parla di riformatori e colonie in Francia che paiono paradisi a visitarli, e sono inferni ove la disciplina è inefficace e dura; vi ha una cella di punizione ove i ragazzi devono camminare in elissi per 40 chilometri su mattonato ineguale prima di potersi gettar sul tavolaccio, e dove in 8 o 10 minacciano il guardiano di false denunzie, se non li lascia fare a loro agio (Le Combat contre le crime, pag. 145).
      Vi sono, è vero, alcuni rari stabilimenti che hanno a capo uomini straordinari per filantropia e per acume didattico, come il De Metz, il Ducci, il Ray, l'Obermayer, lo Spagliardi, il Martelli, che suppliscono a tutto colla propria persona; ma queste sono le eccezioni su cui lo Stato non deve far calcolo. Il fatto lo prova, lo provano le stesse statistiche che si vorrebbero portare a loro favore. Nel riformatorio modello d'Italia, che è quello di Milano, si conterebbero solo il 10% di recidivi; però si escludono dal calcolo circa un terzo degli usciti, o perchè passati in altri stabilimenti (107), o perchè d'ignota dimora (49), i quali inforsano di molto la cifra, tanto più che passano ad altri stabilimenti, se si deve giudicare da quel che succede alla Generala, non i buoni ma i peggiori. Di più l'indagine si limita solo a tre anni. Chi ci garantisce quello che accadrà più tardi, mentre D'Olivecrona c'insegna che le recidive sono più frequenti dopo il terzo anno dalla dimissione?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Joly Francia Le Combat De Metz Ducci Ray Obermayer Spagliardi Martelli Stato Italia Milano Generala D'Olivecrona