Noi vogliamo farne dei cittadini utili e li costringiamo e quasi li educhiamo all'ozio; avere
il loro pane cotto", il vitto e l'alloggio assicurato, senza pensiero del domani, e non altra preoccupazione che obbedire alla consegna imposta, essere come il cane cui basta sollevare la zampa per muovere il tamburo del girarrosto, come il meccanismo incosciente di una macchina: non è questo forse l'ideale per la massa degl'incoscienti e dei codardi?(318)
Il nirvana! l'automatismo; ma gli è il paradiso degli Indiani!!
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Ed il carcere è, per soprappiù, un nirvana,
ove si è nutriti"; mal nutriti, è vero, ed anche un po' umiliati e maltrattati... Ma per quanti galantuomini la lotta per l'esistenza è più aspra e con ben minor sicurezza! Allorquando si sono vinte le prime ripulsioni, alcuni - e sono forse la maggioranza - arrivano insensibilmente a "farsi in carcere un avvenire".
Egli conobbe un detenuto che copriva il posto di contabile nelle carceri di Clairvaux, ex-ufficiale dell'armata che, già condannato una prima volta per prevaricazione, scontava la quarta o quinta condanna, verso la fine del 1883 J... stava per essere liberato, e ciò gli spiaceva assai e si raccomandava perchè gli serbassero il posto per la sua prossima rientrata.
Ricordisi questo ancora: Salvo onorevoli eccezioni troppo rare nell'alto personale penitenziario, per quasi tutti i direttori di carceri l'ideale del
buon detenuto" è il recidivo, il veterano, l'abbuonato, la cui educazione è già fatta e la docilità acquistata è una garanzia di tranquillità.
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Indiani Clairvaux Salvo
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