Siate maledetti.
Nelle vostre case correzionali si poltrisce, là non vale il pentimento, là si viene incoraggiati al mal fare, perchè coloro ai quali voi affidate la cura dei ladri, sono più ladri dei ladri stessi, essi non badano che ad impinguare il loro borsellino
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Ed è notevole che invece dell'isolamento completo dal mondo esterno che si attribuisce teoricamente alle carceri cellulari si hanno informazioni e comunicazioni molteplici e tanto più dannose (specie per l'istruzione giudiziaria) perchè imprevedute.
Le muraglie, scrive ancora Gauthier, offrono nel carcere sotto l'occhio paterno dei sorveglianti sempre un mondo d'informazioni e un meraviglioso strumento di corrispondenza.
È così che io stesso, quand'ero a Châlon-sur-Saône, nella cella più segreta, seppi degli arresti fattisi a Lione, a Parigi, a Vienna, a Saint-Etienne, a Villafranca, in seguito e in occasione del mio, ciò che fu per me una notizia di grandissimo valore; così per la stessa via appresi l'orribile attentato del caffè Bellecour. V'è prima la funicella, tesa col peso d'una pallottola di mollica di pane che si giunge a lanciare fuori da una finestra all'altra, tenendosi sospesi ai ferri della finestra e che serve a stabilire un mezzo di comunicazione comodissimo: vi sono i libri della biblioteca che circolano di mano in mano coperti di criptogrammi: vi sono i tubi dell'acqua e le bocche del calorifero che costituiscono degli eccellenti portavoce.
Un ultimo trucco che s'usava già, mi pare, al tempo di Silvio Pellico, ma che non può usarsi se non da persone un poco istrutte, è la timpanomania, cioè la conversazione a suono, che si fa battendo nel muro o col pugno, o con un cucchiaio, o con una scarpa, o con una pietra, o con qualunque altra cosa.
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