L'istinto religioso, che domina già tutte le nostre istituzioni, fa insinuare il preconcetto che la religione sia una panacea delle tendenze criminali; quindi si spese molto per provvedervi, e vi sono carceri cellulari in cui la sola chiesa costò fino un mezzo milione onde ottenervi, conservando la forma cellulare, la perfetta segregazione dei detenuti che devono assistervi. Il male si è che, perchè questa si ottenga a dovere, occorrerebbero, col personale attuale del carcere, nientemeno che due settimane intere per l'andata e due pel ritorno.
Naturalmente fino a questo non giungendo la convinzione dei vantaggi rituali, la messa, che dovrebbe sanare questi animi pravi, contribuisce a favorirne le comunicazioni.
Ciò sia detto pei ladruncoli comuni. Ma l'aristocrazia del delitto, il ricco od influente criminale, non avrebbero nemmeno bisogno di questi espedienti: le guardie non hanno da perder nulla o quasi se favoriscono le loro comunicazioni col mondo esterno; e il sistema cellulare favorisce l'impunità di questi rapporti. Perchè chi può sapere quanto sia passato tra un individuo solo ed un altro in una cella isolata?
E vi è nelle carceri un ufficio, dipendente dall'amministrazione, quello detto di matricola (nel quale qualche scrivanello detenuto soggiorna sempre) che vede e nota ogni reo, quando entra e quando esce, ed è un nucleo centripeto e centrifugo, che raccoglie tutte le notizie e le diffonde per mezzo dei detenuti stessi nelle varie celle. - Vi è poi, il servizio dell'impresa, di questo tiranno nascosto che domina tutte le carceri, che non ha nessuna responsabilità nè ragioni del segreto, che ha bisogno di uomini, siano pur già condannati, che facciano il servizio di sarti, calzolai, lumai, materassai, muratori, falegnami e fabbri, e questi sono in contatto diretto cogli uomini liberi.
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