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      Il fatto è che parecchie volte i giudici istruttori, se vollero trovare il bandolo di un reato, dovettero desiderare, e anche qualche volta ottenere, che l'individuo, ammalato o no, passasse nell'infermeria, onde, trovandosi con parecchi, vi si abbandonasse a quelle spontanee confessioni che sono nella tempra dei criminali e che menano anche i grandi delinquenti a scoprirsi.
      È inutile il dimostrare la nessuna influenza emendatrice del carcere, anche per timore di crudeltà verso i buoni, si arriva pei cattivi alle esagerazioni d'una filantropia talvolta spinta all'assurdo.
      In Olanda, p. es., a Hoorn si procura ai detenuti dell'acqua calda e fredda per lavarsi, una sala di ricreazione, dei giuochi di domino; e quando ricorre la festa del Re si fanno fuochi d'artificio; - in America, ad Elmira, si procurano loro delle distrazioni musicali; - a Thomastown si accorda il permesso di organizzare un meeting contro la pena di morte; - nell'Illinois si dà loro del poudding, dei biscotti, delle focaccie di miele, e si è così lontani dalla vera giustizia quanto gli antichi partigiani della tortura
      (Prins).
      La legge belga ammette, continua Prins (Les criminels en prison, 1893), l'isolamento cellulare. Il suo scopo è di rigenerare il colpevole sottraendolo alle influenze deleterie dei condetenuti, per non lasciar agire che la benefica influenza degli uomini onesti. Questa è in tutto il mondo la teoria. Ma vediamo anche il fatto. Dappertutto i pretesi riformatori, incaricati di rappresentare presso il condannato i buoni elementi della società, sono agenti devoti, ma reclutati nella sfera sociale alla quale appartengono i detenuti, talvolta degli spostati senza impiego, che in cambio di un salario derisorio insufficiente al mantenimento di una famiglia, devono press'a poco vivere come un carcerato; e poco numerosi (appena una guardia per 25 o 30 detenuti) devono naturalmente limitarsi a gettare uno sguardo rapido sulla cella e sul lavoro, ed a verificare se i regolamenti sono osservati.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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