Paris, 1877, Brown, Suggested on the formation of discharged prisoners, 1870).
Maxime du Camp (Revue des Deux Mondes, 1889) pure conviene che il patronato è inutile pei rei-nati od abituali, ma non per quelli occasionali: "Fra i criminali (dice egli giustamente) vi hanno rei che s'annegano in un bicchier d'acqua, cassieri che sbaglian le cifre, commessi che confondono i prezzi e finiscono con irregolarità che sembrano indelicatezze e che li conducono al tribunale; quivi, imbrogliandosi sempre più, sono condannati. Costoro, una volta liberati, se trovano un impiego adattato alla loro poca intelligenza, non recidivano". - Per questi è utile, ne convengo, il patronato.
V'hanno poi quelli (delinquenti d'occasione), che peccarono p. es. in seguito a forte desiderio d'andare ad un ballo, ecc., e rubarono al loro padrone per la prima volta, presero qualche soldo di più del dovere, trovarono un padrone che li fece mettere in prigione, e il carcere li ha infettati: costoro se non sono soccorsi uscendo, vedono nella società una nemica; e chi sentiva rimorso per aver rubato 20 franchi e disperazione per aver subìto tre mesi di carcere, non si spaventerà all'effrazione ed all'assassinio.
La Società di Patronato fondata nel 1871 a Parigi si studiò di offrire il suo aiuto quando ne avessero bisogno, loro lasciandone solo l'indirizzo: se n'ebbero bei risultati. Un certo I., recidivo fin da giovane, autore di bancarotta fraudolenta e di furti, un giorno che un detenuto per 28 anni cercò di uccidere il direttore, si interpose a proprio rischio, ne restò ferito, ma lo salvò; alla sua volta lo si graziò, e non ricadde più: anzi, posto dalla società a guardiano di un passeggio pubblico, fu impeccabile nelle sue funzioni (però avvertiamo che la bancarotta non è propria dei delinquenti nati).
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