.
Deportazioni. - V'è una specie di partito scientifico in Italia, che fantastica di trovare la panacea del delitto nella deportazione(324), cominciando da quegli egregi statisti dei Garelli, Cerutti e Deforesta, che si armarono di un cumulo di documenti statistici e finendo col carissimo Dossi, che vi portò i più delicati fiori della sua poetica simpatica fantasia nella sua - Colonia felice. Non giova difendersi contro i poeti, che parlano col cuore e la fantasia, ben giova il dire agli altri, che i dati storici e statistici chiamati a favore di quella teoria le sono proprio contrari. Si diceva che una gran parte delle fiorenti colonie americane e la stessa Roma antica ebbero origine da una specie di emigrazione o di colonia penale. È un errore storico. Per Roma basta citare le eterne pagine di Virgilio; e quanto all'America, bisogna ricordare che se la terza spedizione di Colombo fu composta di malfattori, compresivi però molti eretici ed avventurieri, alla prima e alla seconda presero parte i primi gentiluomini, e sotto Carlo II e Giacomo II ogni deportazione vi fu proibita; che molti paesi dell'America del Nord ebbero origine da onestissimi cittadini, come la Pensilvania dai Quaccheri di Fox e Penn; che il primo grande stabilimento d'America, quello di Jamestown, fu fondato dal gentiluomo Fonwick. Quanto all'Australia, si deve escludere la Vittoria, l'Australia del sud, la Nuova Zelanda, e quanto alla Nuova Galles, ed alla Tasmania, se devono l'origine alla deportazione, è un grande errore il credere che le debbano la loro prosperità. Tanto è vero che contro quella protestarono, quasi subito, i grandi filantropi Howard e Bentham, e poco dopo gli stessi coloni, sicchè 41 anni dopo, nell'anno 1828, se ne votava dalla Camera l'abolizione.
| |
Italia Garelli Cerutti Deforesta Dossi Roma Roma Virgilio America Colombo Carlo II Giacomo II America Nord Pensilvania Quaccheri Fox Penn America Jamestown Fonwick Australia Vittoria Australia Nuova Zelanda Nuova Galles Tasmania Howard Bentham Camera
|