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      Di che cosa infatti volete che ragionino, conversando tutto il giorno fra loro, codesti uomini, già abituati al mal fare, se non delle male imprese per lo addietro da ciascuno compiute e di quelle a cui, riavendo la libertà, potranno insieme dedicarsi?
      Ed è tale e tanta e così radicata oramai questa convinzione, che allorquando è spirato il termine della condanna, e il Ministero interroga prefetti e questori sulla convenienza di restituire al rispettivo comune il coatto pel quale il termine è scaduto, prefetti e questori in generale rispondono negativamente.
      Quando io vidi (scrive un testimonio oculare) i coatti a Ventottene, coloro che erano in codesta condizione di flagrante illegalità costituivano, una terza parte del numero totale. Per alcuni la illegalità era stata sanata una prima volta mediante una rinnovazione di condanna; ma anche il nuovo periodo era stato scontato; e la situazione necessariamente era peggiorata.
      Ho visto le stesse faccie scialbe e sparute, stesso disordine delle vestimenta, lo stesso moversi incomposto, lo stesso vociare confuso; e la immobile stupidità degli uni e il perpetuo correre intorno degli altri; e questi starsene sdraiati al suolo sotto la sferza del sole e quelli sghignazzare giuocando ed altri ancora accalorarsi, bestemmiando, nelle condanne.
      Non ho bisogno di dirvi, come vi siano alcuni, i quali spendono tutti i cinquanta centesimi in solo pane; e poi trovano di non essere sazi abbastanza. Altri, li perdono cercando di sottrarsi all'ozio col giuoco.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Ministero Ventottene