Il delitto, dice bene Ortolan, dà luogo alla sorveglianza, questa all'impossibilità di trovare lavoro con un cerchio tanto più fatale che spesso si assegna loro un domicilio lontano dal paese nativo (Éléments du droit pénal, cap. 7, tit. V).
È una misura, dice Curcio, che spoglia d'ogni garanzia le persone colpite, che mentre non impedisce le tristi, paralizza le oneste, interdicendole moralmente e fisicamente; che fa perdere il lavoro a tanta gente, mentre la si vuol condannare principalmente per non essersi data a stabili occupazioni.
La pena, dice Fregier, della sorveglianza, dopo che fu introdotta, non giovò punto, non offerse alcuna garanzia, e mantenne intanto l'illusione di una sicurezza che non esisteva (Les classes dangereuses, 1868).
S'aggiunga l'enorme numero degli arresti, le perdite del Governo e dei privati, pelle spese di carcerazione e di giudizio, contro ai contravventori, e l'arbitrio enorme per cui la mancanza di un saluto alle guardie, oppure il saluto ad uno sospetto, il ritardo di un quarto d'ora nel rientrare in casa (alle 8-1/4 invece delle 8) possono essere causa d'arresto, sicchè gli infelici sono schiavi in mano alle guardie (Curcio).
Altrettanto e peggio si dica dell'ammonizione(329), che non ha almeno la speranza di limiti, di un fine, che ha pur la sorveglianza. Incredibile è la perdita di lavoro che questa produce, mentre essa è escogitata per ottenere il contrario.
La sorveglianza (dice l'on. Gallo) e l'ammonizione lasciata esclusivamente all'arbitrio della P. S., fa che lo scopo manca pressochè sempre, anzi, quello che si ottiene è contrario affatto a quello che si è proposto.
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