Essi non compresero che le nuove nozioni antropologiche portanci, è vero, a scemare l'infamia nei rei-nati, ma in fondo, a perpetuarne la pena, sia poi essa presa sotto un nome più che un altro, inquantochè quanto meno sono essi responsabili, tanto più sono temibili, come facili alla recidiva, inquantochè in essi la tendenza al crimine, innata perchè atavistica, non è neutralizzata se non dalla elezione e dal sequestro: è un'onda sempre incalzante che si reprime e contorce in se stessa quando trova delle altissime dighe e che irrompe o dilaga se non le trova, oppure le trova sfasciate. Essi, invece, Olandesi a rovescio, credettero contenere di più l'onda quanto più calavano o rompevano le dighe, quindi le noiose nenie sulla pena di morte, quindi sempre più aumentate le garanzie per le difese dei rei e facilitate le grazie, mentre poi nulla fecero per aumentare la sicurezza e la repressione.
Se un generale, fidando nella grande potenza della filosofia lasciasse da banda per un giorno solo la strategia e la balistica e si lasciasse guidare dalla filosofia, anzi anche solo da una strategica astratta, fondata, per es., sulla storia delle battaglie, non condurrebbe certo a perdizione i suoi poveri soldati? Ebbene, il funzionamento delle cose penali esige per lo meno tante conoscenze pratiche quanto la strategia militare, e meno forse che più le può soccorrere la filosofia; eppure esse dipesero spesso dai cenni di persone venerande, ma che sostituirono la metafisica alla strategia, e sognando ad occhi aperti sopra un libero arbitrio che non esisteva, sopra una libertà indipendente dalla materia, sopra un diritto di punire fondato non sulla stringente necessità sociale, ma sopra astratte violazioni dell'ordine giuridico, non solo non pensarono a levare o scemare le vere cause del delitto (alcool, associazioni infantili, ecc.
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Olandesi
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