Sarebbe troppo presumere dell'ingegno umano, per quanto prepotente esso sia, il preferire uno slancio momentaneo d'ingegno all'osservazione paziente dei fatti.
CAPITOLO II.
Le pene secondo l'Antropologia criminale -Ammende - Probation System - Manicomii - Stabilimenti degli incorreggibili - Pena di morte.
Ma a parte le critiche gravissime a cui come vedemmo vanno soggette le pene, la massima critica che parte dai nostri studi, sopratutto dopo che l'opera feconda del Ferri, del Garofalo, del Fioretti, del Viazzi, del Sighele, ecc. l'hanno non solo corretti, ma completamente riformati e messi in rapporto colle idee giuridiche, si concentra nella applicazione loro. - Una volta dimostrato che non si può più concepire la pena come un compenso qualunque della società offesa, nè come una specie di scomunica che dei sacerdoti civili infliggano, prendendo d'occhio il peccato astratto più che il peccatore e dimenticando quasi del tutto chi ne fu vittima, quasi che a compenso per i suoi danni dovessero bastare i fastidi più o meno serii del suo danneggiatore, si comprende che essa deve cambiare di indole completamente: e prima che ad ogni altra cosa deve avere in mira non tanto il dolore del reo, quanto il benessere della società, e non tanto il reato, quanto il reo e sopratutto la sua vittima; essendo p. es., enormemente diversa la temibilità, diverso cioè il danno che si può attendere, da un individuo che uccida d'un tratto un uomo dopo una vita completamente onesta e per una causa d'onor offeso o per un ideale morale o politico, che non da chi uccida un altro per derubarlo o stuprarlo, coronando una vita carica di delitti: nel primo caso non occorre quasi una pena, il delitto stesso è sì grave tortura pel reo, che non rinnoverà mai il suo crimine: nel secondo ogni mitezza ed ogni ritardo nel colpirlo è un pericolo grave per gli onesti.
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