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      Connesso al principio della segregazione indeterminata sta dunque l'istituto della liberazione condizionale
      (v. s.).
      Pene extra-carcerarie. - Noi dobbiamo possibilmente evitare le ripetute e brevi entrate nella carcere, che abbiamo veduto essere la scuola del crimine, e del crimine più dannoso, l'associato. Esse, come ben dice Aspirall, impediscono ogni cura, rendono impossibile un lavoro continuato, dànno al reo una specie di prestigio sui generis, trovandosene di quelli che si pongono nel berretto il numero delle subite condanne(365).
      Pare, scrive Krohne (Manuale di scienze penitenziarie), che la maggior parte dei paesi abbia preso per còmpito di mandar in prigione il maggior numero di persone, più spesso che sia possibile e pel minor tempo possibile
      , e si potrebbe aggiungere: "e col peggior risultato che sia possibile".
      Si calcola che in Francia ben 3 milioni di individui avevano passato almeno 24 ore in carcere, e ogni anno 100.000 entrati suppliscono i morti e gli usciti (Ferri).
      È una vera leva carceraria.
      Bérenger calcolava che si potrebbe esentare dall'isolamento - e noi diremo dalle carceri - più della metà dei condannati su 300.000 e cioè:
      57.000 rei per contravvenzioni di dogana, pesca, multe, ecc.,
      800 debitori, ecc.,
      5.500 stranieri espulsi,
      550 che attendono la trasferta,
      120.000 per contravvenzioni di polizia.
      Pochi giorni di carcere, e il più delle volte scontati in comunione con delinquenti abituali, mentre non possono avere alcun effetto intimidativo, massime coi minimi grotteschi di un giorno o di tre giorni, dei codici penali d'Olanda, d'Italia, ecc., hanno invece degli effetti disastrosi, sia nel togliere ogni serietà all'opera della giustizia, sia specialmente col cancellare nei condannati ogni timore della pena e collo spingerli fatalmente alla recidiva per il disonore ormai incontrato e per i contatti corruttori coi delinquenti abituali nelle carceri stesse (Ferri, o. c.).


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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