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      Nè si dica che l'ammenda mal si possa proporzionare: anzi è la pena che di più si proporziona, perchè una giornata in carcere per un gentiluomo non corrisponde in quantità di dolore a un giorno di carcere per un vagabondo, mentre 10.000 lire per un ricco si possono proporzionare a poche lire per un povero.
      Si obbietta che sarebbe una pena atavica ricordante le compensazioni, ma in molte cose noi abbiamo dovuto ritornare agli antichi perchè a molte cose gli antichi provvedevano e molte vedevano meglio di noi.
      Molti rifiuteranno di pagare e allora si devono obbligare al lavoro: - e se vi si rifiutano inasprire il carcere finchè sia conciliabile, ben inteso, col rispetto alla vita.
      Risarcimento. - E con questo si assicura, nel maggior numero dei casi, quel che più deve premere, il risarcimento alla vittima del reato.
      Il risarcimento si deve assicurare anche obbligando gli stessi giudici penali a fissare la liquidazione dei danni, per togliere le lungherie e gli effugi di un nuovo processo in sede civile e obbligando i rappresentanti del Pubblico Ministero a promovere essi, d'ufficio, quando manchi per ignoranza o timore l'azione dei danneggiati, la condanna al risarcimento civile
      (Ferri, o. c.).
      Il Bonneville de Marsangy propone di accordare perciò all'offeso un privilegio speciale sui beni del condannato. - L'indennità, scrive, deve esigersi dallo Stato, come le spese di giustizia: la grazia deve concedersi solo se il danno sia stato riparato (con responsabilità solidale della famiglia del condannato): sui proventi del lavoro del detenuto deve ritenersi una parte a beneficio dei danneggiati.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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