I delinquenti-nati invece mostransi inadatti non solo all'ambiente sociale della nazione in cui trovansi, ma all'ambiente sociale di tutte le nazioni che sono giunte all'identico grado di civiltà cui giunse la loro.
Mentre, quindi, i delinquenti-nati devono essere eliminati da tutto il mondo civile, i delinquenti politici basta che sieno tolti da quell'ambiente giuridico e sociale di quel dato popolo, al quale hanno dato prova di non sapersi adattare.
L'esilio, com'era del resto nelle leggi Romane(388), ed è ora nelle Abissine, e - in casi gravi - la deportazione sono dunque le pene più confacenti a questa specie di rei - ma ad ogni modo senza precisa determinazione di tempo.
Io credo, infatti, che(389) per questi rei politici puri (esclusi i pazzi ed i rei nati) le pene debbono essere temporanee e revocabili ogni 3 a 5 anni dietro una votazione parlamentare, potendosi dare che assai prima dello spirare delle pene inflitte siasi mutata l'opinione pubblica sulla portata degli atti incriminati, fino a spogliarli d'ogni indole criminosa; ed è appunto perciò anche che, mentre la nostra scuola è contrarissima al giurì pei reati comuni, non lo è punto pei reati politici, pei quali anzi il giurì è il solo mezzo di diagnosi, di riconoscere cioè se sono o non sono più delitti nell'opinione pubblica del momento attuale.
D'altra parte i Parlamenti che rappresentano la sovranità popolare e sono specchio più o meno fedele della volontà del paese, in molte Costituzioni son chiamati a giudicare almeno dei più gravi fra i reati politici; più ancora: possono, come in Francia, dove l'amnistia è d'iniziativa parlamentare, con un voto cancellarne ogni penalità: nella Costituzione anzi degli Stati Uniti spetta al Congresso il fissare le pene per i reati politici, e così era nella Bona repubblicana(390).
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