Rei-nati. - Vidimo che il sistema carcerario, migliore, non impedisce, le recidive; e che perfino le cifre tanto lusinghiere del sistema graduatorio, in Inghilterra, sono in parte spiegate dall'emigrazione in America, dei delinquenti liberati che vanno ad accrescere di un'enorme cifra la quota dei rei di America.
Che più! Il sistema individualizzato in Danimarca, studiato, non con cifre complessive, ma con minute e sottili distinzioni, che riescono più sicure, ha dato tristi risultanze (v. s.).
E noi vidimo, d'altronde, come le carceri collettive sieno spesso cause di recidive replicate ed associate (Vol. I).
E cosa sperare da individui, come ce li dipingono Breton ed Aspirall (v. s.), che rientrano 50 o 60 volte in un anno nel carcere - che evidentemente vi si trovano meglio che fuori, per cui questo non è una punizione ma un premio e certo uno stimolo alla corruzione?
A questa serie di eterni recidivi, che ricompaiono sotto tutti i regimi penali, convien provvedere.
Quando nessun metodo più giova, quando il reo si ribella alle sue cure e recidiva le 10, le 20 volte, la società non dovrebbe più attendere che e' si perfezionasse, ancora, a sue spese, con una nuova sosta nel carcere, ma sequestrarlo fin che abbia sicurezza della sua emenda, o meglio della sua impotenza a nuocere.
Io credo che si dovrebbero fondare appositi stabilimenti carcerari, in cui un giurì composto di direttori e medici carcerari, di giudici e di cittadini facesse ricoverare tutti coloro, i quali abbiano, fin da impuberi, mostrato tendenza al delitto, vi abbiano recidivato più volte, specialmente se senza famiglia o con famiglia immorale, e se presentino tutti quei caratteri psichici e fisici, che abbiamo veduto essere propri del delinquente abituale (Vedi Vol.
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