Io ho dimostrato nel 1° volume, cap. II, che una gran parte delle pene contro i delitti, non erano nell'età barbara che nuovi delitti: e prima di tutto il delitto di vendetta codificato, il delitto di cannibalismo o di simonia, che poi venne utilizzata dagli uomini a prò della virtù. Il tabù era una serie di simonie, di proibizioni, assurde spessissimo, introdotte dai sacerdoti, quasi sempre a proprio vantaggio; ma ve n'erano poi di quelle che salvavano dalla distruzione completa la semina e la pesca, e perciò, non ostante la loro origine simoniaca, furono utilissime.
Anche le multe per omicidi (compensationes) che imponevano i capi barbari ai loro sudditi, e che continuarono i vescovi ed i papi del Medioevo, e non erano in fondo che forme diverse di simonia e di peculato, servirono a impedir l'imperversare degli omicidi, a terminare i principî grossolani di senso morale e a fondare le basi di una codificazione meno barbara con un principio di graduatoria.
Quando nei popoli latini primitivi la donna adultera era esposta nuda agli oltraggi di tutti i celibi della comunità, o nel medioevo, costretta a correre nuda in una specie di pallio, a cavalcioni d'asino, la legge, o meglio l'uso, creavano un osceno e criminoso sollazzo pel pubblico, ma per la natura delle cose, per la paura, pel ribrezzo che così ispirava alle vittime, quest'uso finì per formare un nucleo grossolano di moralità.
Io credo, infine, che la tolleranza moderna verso tanti delinquenti, rei se non di sangue, certo di truffe e di ricatti, ecc., che noi vediamo, quasi generale in Europa, parta dalla tempra stessa di questi delinquenti; da quelle tendenze che io ho dimostrato alla neofilia che portano dappertutto, nei commerci, nelle industrie e nella politica, mentre gli uomini medii vi sono così contrari (Vedi Vol.
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