Così la ricchezza delle leguminose, specialmente del lupino in azoto, si deve a uno schizomiceto, al Rhizobium leguminosarum Frank, che si agglomera in un vero bitorzolo o tubercoletto nelle sue radici in enorme quantità (vedi Atlante, Tav. CII), penetrando dal terreno per i peli radicali nel loro interno, dove si moltiplicano finchè giungono nella regione corticale dalla radice, annidatisi nelle cellule del parenchima e trovandosi in condizioni atte, vi si moltiplicano enormemente, mentre le cellule che le ospitano, irritate, a lor volta si segmentano dando luogo a un tubercolo. Durante la formazione del seme i tubercoli si disfanno, una parte è utilizzata dalla pianta per le riserve del seme, un'altra nel terreno si sparge dando luogo a nuove e utilissime infezioni aumentando sempre più la ricchezza d'azoto del terreno(425)).
Analogo è il caso del commensalismo trovato dal Lunel, tra il pesce (Vedi Atlante, Tav. CII) scomberoide detto Caranx melampygus, e la Medusa Combessa, palmipes; il Caranx sta disteso orizzontalmente attraverso gli orifizi del suo portico sottogenitale per ciò deformato e allargato e deve quindi procedere orizzontalmente contro al suo abito, ma vi trova il suo conto, perchè la presenza della medusa, così nociva a chi la tocca, lo difende dai pesci grossi (Chronique scientifique, mai, 1896); e così il paguro, invece di divorare l'actinia, la lascia fissarsi sulla dimora di cui si è fornito, ed essa gli serve col colore brillante ad attirar le vittime e, a sua volta ha da lui casa e trasporto.
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