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      La natura dei fenomeni da cui questo atto è accompagnato lo identificano proprio con un accesso epilettico: in principio l'individuo è infatti colto da un senso di malessere da cui entra in un gran eccitamento sensuale con immagini erotiche non ben definite, con zuffolio d'orecchi, confusione di vista, ecc. Egli non ricorda che queste fasi premonitorie dell'attacco; di quanto avviene poi e specialmente dell'esibizione e masturbazione successive ha appena una reminiscenza confusa e sommaria. Dopo l'accesso rimane come istupidito e poi, al risveglio, cade in una crisi spasmodica di pianto.
      È molto importante che l'attacco, il quale dura circa mezz'ora, è accompagnato da una smania irresistibile di correre, che ricorda la epilessia procursiva descritta dal Bourneville e conferma la natura epilettica delle crisi esibizionistiche; la quale è attestata, del resto, dai suoi momenti caratteristici: l'ansia, l'automatismo, la memoria confusa e lacunare, l'assentamento, per quanto breve, della coscienza, il senso vago di sollievo al finire dell'attacco unito allo stupore ed all'incertezza post-accessuale.
      Il caso così scevro di veri e proprii fenomeni convulsivi apparterrebbe al gruppo degli "equivalenti epilettici" del Samt.
      2. Criminali epilettici. - Fra i 250 processi studiati antropologicamente, raccolti nelle serie dei volumi dell'Archivio di psichiatria dal 1885 al 1896, Ottolenghi(487) riscontrava 80 casi di epilessia, così ripartiti: 24 su 108 della 1ª centuria, 37 su 107 della 2ª, 18 su l'ultima emicenturia e con questi caratteri:


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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