Tra i caratteri più notevoli che essi presentavano sono importanti la forma del naso incavato non solo ma trilobato, molto somigliante a quello delle sciminie, il mento rientrante e la strana uniformità delle lunghissime teste, il cui indice scende sino a 64 ed è in media di 70, e che sono piuttosto piccole, in media di c. c. 1500.
In molti v'era femminilità, come la ginecomastia nei maschi, e nelle femmine invece virilità di tratti (come si può vedere dai ritratti della Tavola XCIV). La statura è molto elevata, tra m. 1,75 e 1,90, per l'eccessivo allungamento della parte inferiore delle gambe (tibie), che li rende così adatti a correre tra le paludi in cui spesso vivono.
Ma più interessante ne è la psicologia: questi poveretti sono come dei grandi fanciulloni, stanno tutto il giorno inerti e tranquilli senza far altro che fumare: solo a tratti hanno delle esplosioni violente, mostrando così una completa analogia con i tratti fondamentali del carattere di molti criminali (v. s).
Avevano inoltre una notevole anestesia: la sensibilità tattile era in media di 4-6 fino ad 11 mm.: la generale di 45 sino a 70 cent. di Volt (normali 7) e la dolorifica sino a 95 e in parecchi 0 (normali 46): cioè la massima forza della corrente di cui si disponeva non suscitava dolore.
Questa insensibilità era attestata anche sia dalla pratica del tatuaggio sia da altri fatti: uno p. es. si ero applicato chiodi dentro le scarpe, perchè, diceva, che così non glie le avrebbero rubate: alla pubertà, e come segno di virilità e di distinzione, si spezzano i denti incisivi mediani a colpi di martello.
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Tavola XCIV Volt
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