Questi fatti, benché certi scienziati vogliano oppugnarli (fondandosi sulla tendenza di queste proli bastarde a riassumere i caratteri dell'uno o dell'altro progenitore), parmi abbiano valore, tanto che basti per inforsare l'autorità di una semplice definizione.
E ciò tanto più che noi possiamo trovare, anche nelle nostre razze, objezioni per lo meno altretanto eloquenti. Szerlecki affermava un errore quando asseriva che la donna Australa è infeconda nei suoi amplessi cogli Europei; e certamente Nott mentiva, od esaggerava affermando che la Malese sposata all'Olandese non dia figli fecondi oltre la terza generazione. Ma non gli è sicuro, d'altra parte, che i matrimonj del negro coll'Indiana, hanno nello Zambo una prole degenere, disumanata?
E qual ragione si può mai trovare del rapido deperimento delle razze oceaniche, appena vennero in contatto con le europee, non più avide e crudeli come ai tempi di Pizzarro, nè viziose come a quelli dei Filibustieri? Noi non aumentammo di molto i loro prodotti, li fornimmo anzi di lautissime alimentazioni carnee; non introducemmo fra loro alcun vizio novello (l'abitudine della cava risponde a quella dell'acquavite), ne strappammo invece molti dei più micidiali, la Venere vaga, l'infanticidio, l'antropofagia, ch'erano divenute un rito religioso: eppure quelle genti, malgrado la bellezza de' loro cieli e la ricchezza raddoppiata de' loro terreni, dispajono, a vista d'occhio, sotto l'alito funereo della razza europea.
Lo stesso accade delle Pelli Rosse d'America, che ogni giorno van dileguando, anche laddove il Governo americano le protegge dagli assalti dei pionner, e le invita ed obliga a stabili dimore.
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