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      The races of man, 1840), e l'antropologia riscontrava negli Americani la sporgenza e il divaricamento dei zigomi, la brachicefalia, la scarsezza dei peli e fin l'obliquità degli occhi, dei popoli gialli, sicchè chi veda i ritratti degli Indiani del Rio Colorado li prende per Yakuti (Fig. 12) o per Giapponesi (5), come confonderebbe gli Esquimesi del Pacifico colle Pelli rosse. E la certezza si fa maggiore a chi osserva come ambedue le razze abbiano grande venerazione poi proprj avi, disprezzo della morte, animo spietato, sconfinato amore di libertà e disciplina severissima; e il Governo peruviano ti ricorda il chinese; e, benchè nessun rapporto corra tra le lingue degli uni e degli altri, pure un annello psicologico mi par travedere unisca la struttura delle antiche chiavi chinesi a quella delle lingue americane o poli-sintetiche.
      Così pure un rapporto etnico ci riesce di sorprendere tra il Semita e l'Ario, che hanno communi alcune tradizioni, e la struttura anatomica, e propinqua la dimora, benchè nel loro lessico appena è se di questa unione trovi traccie nelle parole che alludono a navigazione, pastorizia, arte del ferro, (6) e minori traccie ancora nella loro grammatica, spiate a stento, dall'Ascoli.
      Ma tali disonanze linguistiche, come pure le altre differenze o lacune etniche o storiche, noi ce le spieghiamo facilmente, rammentando che queste omologhe stirpi sì svolsero in climi diversi, si distaccarono in epoche remotissime, come bimbo che, svelto dalle poppe materne, appena balbettante, rifà nella nuova famiglia un tutto suo nuovo linguaggio.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





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