[vedi figura - Donna yakuta.]
Ben altrimenti va la bisogna dinanzi alle analogie tra le lingue del Basco e dell'Americano tra l'Africano e il Polinesio, analogie non soccorse da alcun rapporto anatomico o geografico o storico; esse riescono soltanto allora a farci concludere che noi siamo i figli dei nostri organi, che uguali cause, a condizioni pari, danno uguali prodotti.
Ora dappertutto l'uomo, dovendo interpretare le cose più esterne a sè medesimo, prestava loro, per effetto dell'ignoranza, le idee sue proprie, al di là delle quali non sapeva concepire altro modo di esistere. Nel succedersi degli anni, senza carta, senza bussola e senza scrittura, fissava, prima e unica sua guida, gli astri ed i pianeti, che gli servirono da calendario, da strada, da bussola e, come vedremo, forse da alfabeto. Gli astri furono studiati; ed i loro movimenti e le loro variazioni, dipinte in quello strano linguaggio metaforico, ch'era un effetto della povertà delle idee, divennero il substrato delle leggende di tutti i popoli. E come le stelle fisse ed il sole ci si palesano egualmente in tutti i paesi, così i loro movimenti, veri od apparenti, furono, con poche variazioni, interpretati in egual modo per tutto, e diedero luogo ad analogie che potevano credersi straordinarie, importate, e non l'erano. Così la leggenda dell'Osiride ed Iside di Egitto si trova riprodotta nella storia del Brama Indiano, e dell'Adone Greco, e del Sansone Ebraico, e del Mitra Persiano. Per gl'Irochesi le Plejadi sono ballerine, l'Orsa maggiore è un'orsa, e le stelle vicine una caldaja ove essa deve bollire.
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