. (Bulletin de la Societé d'Antropologie).
Dopo ciò è facile comprendere a qual grado sia la morale dell'uomo di colore. Un selvaggio australiano richiesto da un Europeo che cosa fosse il bene ed il male: - "Bene, rispose, è mangiare il proprio nemico, male è esserne mangiato." - Assai analogamente sentenziava a Baker il re Commor: Buono vuol dire esser forte.
Dite a un Makolo, scrive un parziale difensore dei Negri, il Livingstone: Perchè rubi del bestiame? Egli risponde, ridendo: Non fo che levarlo via.
Speke udì un re del Kouareg ordinare al suo paggio d'ammazzargli un cortigiano, solo per provare la bontà del focile donatogli; nè passava giorno ch'ei non vedesse trascinate a supplizio qualcuna, alle volte tre, quattro, delle sue mogli, e sempre per cause ridicole: per avergli, per esempio, offerto un fiore di propria mano.
Un Rongatura (Australe), colto in furto e domandato da un viaggiatore se non temesse d'esserne punito dagli Dei: "Oh! no, disse, quando gli Dei erano in terra, facevano altretanto, e i genitori amano esser imitati dai figli." (Novara Reise. Anthropol. Theil p. 39. 1865).
Un missionario si sbracciava presso un uditorio di Negri a dimostrare i danni dell'ozio ed i vantaggi dei lavori agricoli. - "Voi avete ragione, " gli rispose, alla fine del sermone, un Negro, "col lavoro noi potremo seminare intieri campi di aquavite e bene ubriacarci." - E per l'aquavite il Negro, vende i compatrioti non solo, ma i figli e la moglie.
Galtraith dice dei Sioux: Per essi son virtù molti vizj: i guerrieri si gloriano di un omicidio, fosse. pure di una donna, di un bimbo o di uno storpio, come di una bella impresa, e ne descrivono i detagli ai compagni nelle assemblee; un omicidio, anche a tradimento, è il sogno dell'ambizione di un giovane.
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