Come ciò avvenisse, è notissimo. La emigrazione forzata sottopose quella razza, che sarebbe stata, come tutte le altre popolazioni semitiche, assai poco progressiva, all'azione di climi affatto differenti dall'originario: la persecuzione continua, secolare, fungendo, come direbbe Darwin, da selettore della specie, quelli che non potè spegnere, e saranno stati molti, acuì, perfezionò nell'ingegno. E come l'astuzia e l'attività soltanto, e l'apparenza della miseria e quindi la grettezza potevano sottrarli alle troppo feroci persecuzioni, contro cui un'audace resistenza sarebbe riuscita impotente, così essa fece prevalere quei vizj, e a poco a poco spegnere quelle doti che sarebbero state più dannose che utili, come il coraggio e la generosità.
Quest'azione combinata del clima e delle circostanze risulta chiara anche dal vedere come in alcune regioni gli Ebrei non abbiano progredito, di un passo, dai loro conterranei, sopratutto nei paesi caldi ed in quelli in cui la persecuzione mancò. Così in nulla eccelsero nell'Abissinia, benchè, contro loro costume, abbianvi fatto molti proseliti, e benchè, o forse perchè, non vi patissero persecuzioni; ed essi poi abbrutirono nella classica e nativa terra della Giudea, dove pure sono colmati di favori dai devoti correligionarj di tutta Europa, che ne fanno, per gli uguali meriti e con uguale profitto dei catolici, una seconda Roma.
A Bombay gli Ebrei muratori, agricoli, fallegnami, soldati pretendono discendere dalle tribù esigliate dagli Assirj al tempo di Osia: e' si maritano fra di loro; osservano il Sabbato, la circoncisione; venerano, senza comprenderla, la Biblia; riuniti, prima dell'arrivo degli Europei, in corporazioni, sotto capi speciali, non si elevarono dal livello delle infime caste indiane.
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