Tutte le differenze adunque che vi ponno essere tra la scimia e l'uomo, vanno mano mano disparendo, quando si confronti la scimia più elevata alle razze degli uomini più inferiori. Se alcuni caratteri pitecoidi si trovano sparsi inegualmente in varie razze umane, anche i caratteri antropoidi sono sparsi ora in ispecie superiori ed ora in inferiori di scimie.
Senonchè molti, troppo bene, ci objettano le immense differenze psichiche che allontanano dalle scimie e dagli altri animali l'uomo, e ne fanno un essere a parte. E chi potrebbe negarlo? Certo un linguaggio grossolano è commune ad alcuni animali, ed a molti la socialità; e il sentimento affettivo appare maggiore nel cane che non in molti uomini. Ma nessun animale giunse a fissare con segni il proprio pensiero, e a tramandarlo quindi ed eternarlo nel tempo e nello spazio; solo l'uomo, perfezio nando la facoltà d'astrarre, che manca quasi affatto negli animali, potè elaborare i prodotti della memoria per modo, da creare quei maravigliosi concetti che si chiamano machine ed epopee.
Vero è che, secondo alcuni, le scimie non solo non avvicinarsi, nemmeno da lungi, all'altezza dell'umano intelletto, ma restano anzi al di sotto di alcuni animali, zoologicamente loro inferiori: le loro capanne sarebbero solo nidi grossolani; alla socialità, più che l'affetto, le trarrebbe oscena foga di furti o di bagordi. Senonchè, ammesso pure per vero questo brusco salto, per rapporto alle funzioni intellettuali, che tanto contrasta alle analogie anatomiche, esso non riescirebbe un fatto isolato nella storia della natura.
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