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      Molti dementi perdono l'attitudine alla stazione eretta, e stanno accoccolati su per i tavoli, o per terra sdrajati, e dimenticano fino ogni traccia di favella, che si riduce a un grido monotono più o meno accompagnato da gesti; un altro carattere tutto animalesco dei pazzi è quello di smarrire completamente la socialità, sicchè ciascuno vive per sé, e non partecipa ai dolori, ai piaceri degli altri.
      Questi fatti provano certamente una parentela tra l'uomo e le scimie superiori; ma, secondo alcuni, essi ci trarrebbero più in là, fino cioè a farci discendere dai quadrupedi o per lo meno dai quadrumani: or qui parmi non si corra soltanto, ma si trascorra. Vero è che noi sorprendemmo, in certe epoche del feto e in alcune mostruosità umane, assai numerose le analogie coi lemuridi e con li altri quadrumani (e il Villella, l'Albini e la Gambardella ne sarebbero classici esempli); ed è certo che molti quadrumani, nel volto, nelle tendenze sociali, in quella loro predilezione per i figliuoli proprj ed altrui, si avvicinano a noi più anche degli antropoidi: ma, prima di cavarne a conclusione che noi da essi direttamente deriviamo, convien riflettere che queste analogie ci colpiscono appunto perchè sono così rare ed inaspettate, sicchè la sorpresa ci fa dimentichi delle enormi differenze, in ispecie anatomiche, che ci dividono dai quadrumani, e che non esistono per li antropoidi: noi commettiamo così un errore di giudizio che ci fa simili a quelle mamme sempre maravigliate e contente delle gesta dei loro fanciulli, perchè, accecate dal materno entusiasmo, non tengono conto delle molte assenze e lacune.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





Villella Albini Gambardella