E come tutte quasi le differenze anatomiche e qualcuna delle psichiche tra i piteci e noi, vanno sparendo sempre più quando si confrontino le scimie più elevate e le razze umane melaniche, che per la poca capacità cranica, pel colore della cute, per la costruzione della laringe, del viso, del bacino e dei genitali e degli arti costituiscono un vero annello tra i Bianchi e gli animali antropoidi; e siccome quelle poche vestigia che ci restano dell'uomo preistorico ci accennano una grande analogia con l'Australe e co'l Negro, così è forza sospettare che l'uomo primitivo dovesse essere assai somigliante a questi ultimi. Questo sospetto si conferma singolarmente dall'osservare come le scimie antropomorfe e quelle quadrumane, che più si avvicinano a noi, le Catarrine, sono distribuite nelle regioni abitate da Negri, o tuttora o nei tempi antichi, come nell'Africa meridionale ed occidentale, nell'India e a Borneo (36).
Al Negro dovea somigliarsi dunque l'uomo primitivo; e se è vero che le specie zoologiche superiori si formano dal perfezionamento delle inferiori, dal Negro dovettero derivare il Giallo ed il Bianco.
Una prova indiretta di queste origini e di queste trasformazioni successive si avrebbe nella osservazione che il tipo negro e mongolo si riproduce spontaneamente in certi individui di razza bianca. Nelle galere è commune trovare il tipo mongolo con li occhi obliqui, lo zigoma sporgente, la scarsezza della barba, il fronte sfugente, gli enormi seni frontali, il colorito giallo o terreo dei Mongoli; ed i criminali presentano quella stessa insensibilità morale e qualche volta fisica (37), quella stessa passione del sangue, e quella ferocia unita a viltà, e quella mancanza dei sentimenti benevoli, che si osservò nelle razze gialle e americane, le più crudeli fra le razze umane: nè è qui fuor di luogo il notare che il galeotto ama tatuarsi non solo le braccia (come molti oziosi pastori) ma sì tutto il corpo.
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