Pisa, a. 1879), segno che essi vi furono portati dai Semiti.
Anche nell'Egiziano il nome è analogo al Semita Camaa o Camal, evidentemente perché importatovi dai paesi Semiti; il Teza notò che nelle iscrizioni della terza dinastia non si trova ancora il camello.
Perfino nel Sanscritto, uno dei nomi del camello (Kramela) sembra derivato dal Semita; ma a proposito di Sanscritto gioverà pure notare che vi hanno in Sanscritto altri nomi che, come nel Kramela Semito, alludono al trasporto, così Kuvahana, secondo il Pott, vorrebbe dire: cosa porti ancora? e crukhalaka, coi ceppi di legno ai piedi, perché erano attaccati ai carri; migvaha, che porta i mercanti (Teza).
Il camello è, dunque, per dirlo con Buffon, fra gli animali quello che più compiutamente, più laboriosamente e più anticamente d'ogni altro si fece schiavo dell'uomo.
Più anticamente, perchè abitava nello spazio e nel tempo in cui gli uomini si resero inciviliti. Più compiutamente perché negli altri animali domestici si trova il congenere selvaggio, mentre in esso tutta la specie è schiava. E più laboriosamente, perché è il solo che serva sempre da soma o da tiro, e mai da fasto o da lusso (Vol. 14, pag. 307, Buffon)
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9° La stessa anatomia del lama e del camello: cioè la presenza dei globuli elittici, la condizione dei denti, la permanenza dei rudimenti del 3° e 5° dito, che ne fanno fra tutti gli altri ruminanti un vero ordine a parte, più vicino di tutti gli altri all'epoca miocena, quasi direi un vero fossile vivente, riconferma la loro antichità ad epoca lontanissima, e questa a sua volta, giova a spiegare la loro successiva trasformazione.
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