E qui si potrā dire: Ma saranno stati buoi e non Zebų; e questo č anzi quasi certo; ma č appunto la mia ipotesi che le lunghe fatiche imposte al bue lo abbiano reso lipomatoso.
Del resto il Jacqmond (Voyage dans les Indes, 1844, tom. IV, pag. 73) dichiara che se il Zebų č lasciato nell'ozio a Benares, č invece adoperato al tiro dei carri leggeri in altre vallate, specialmente nel Meywer. Nel Tibet, poi, il Yack che č molto simile al Zebų ed ha un principio di gobba, serve da cavalcatura e da soma, anzi nelle montagne pių deserte del Tibet č la sola cavalcatura possibile (Brehm, Vita degli animali).
Il Zebų, nell'Africa, specialmente nell'Abissinia e fra i Mensa (Brehm, Vita degli animali) serve ai trasporti. E serviva pure di soma agli Ayami (Buffon, pag. 405) ed Edwards dice che serve nell'India orientale come cavalcatura (Buffon, pag. 409).
2° Un'altra prova che il Zebų č una trasformazione del bue, si cava dal fatto, che, analogamente ai camelli i buoi erano in un immenso numero e da epoca antichissima presenti nei paesi ove poi nacque il Zebų; sicché diedero origine a moltissimi nostri vocaboli e nell'India anzi a quelli che alludono ai pių importanti usi della vita; infatti la parola gu (vacca) č nel sanscritto la radice di un'infinitā di denominazioni e di aggettivi: vacca č regina e re e vaccaro (Bopp, o. c.), povero, č uomo senza vacca, a-gu - ban-gu con molte vacche, uomo ricco - gurata, muggito di vacca, č una misura di distanze - orecchie di vacca č una data lunghezza - guerra, č ricerca di vacche, e guerriero (gaviska) avido di vacche - la sera (ab-hi-pit-va) - separazione delle vacche.
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