I buoi erano in Italia così diffusi, che, come si sa, diedero il nome all'Italia medesima. - Vetulia - nome e figura che restò coniata nelle monete degli alleati della guerra italica. È noto che anche attualmente in alcuni villaggi della Sardegna i buoi fanno da cavalli.
3° Il Zebù benchè sia diffuso, pur egli, nelle stesse regioni orientali ed equatoriali ove è il bue, vi è però assai meno antico; infatti se esso si trova figurato come animale domestico in mezzo ai popoli in marcia nelle ruine di Persepoli (LinkUrwelt, pag. 287) ed in Egitto nella 12a dinastia, 2110 anni av. Gesù C. (Darwin, op. cit.), si trovarono invece (Le Normand) tre specie dei nostri buoi scolpite o grafite nei monumenti della 6a dinastia ed anche della 5a, ossia 3000 anni avanti G. C., e Mariette ne trovò avanzi di tre specie in una tomba di Sakkarah (Gabriele Rosa, Origine dei buoi europei, 1877, Milano). E il Zebù non godette di una sola sinonimia, anzi nemmeno di un nome speciale nella lingua sanscritta così ricca, come sopra vidimo, in terminologie intorno al bue. Eppure gli uomini primitivi, così abili a cogliere le parvenze più salienti degli animali, e farle spiccare colle parole e col pennello, non potevano non fermarsi sopra una particolarità così appariscente come la gobba. Di più Erodoto ed Aristotile, che conoscevano de visu l'Egitto e l'India, parlano del bue e del bufalo, non toccano mai del Zebù, anzi Aristotile (Lib. III) lo esclude, scrivendo: "Una cosa che appartiene solo al camello fra tutti i quadrupedi è la gobba". Dunque, nell'India almeno, nell'abbondanza in cui sono ora, essi sono posteriori alla comparsa del bue; e nulla di più naturale che esso sia una trasformazione del bue fattasi dopo che questo venne assoggettato a portar carichi, mentre quello che serviva per corsa ed alimentazione restava immutato.
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