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      Il fratello, microcefalico pur esso, fissava di essere accusato di aver seppellito una giovine, ed era ora troppo loquace ora troppo taciturno. La madre le morì per malattia di petto nel corso di un mese. - All'età di 8 anni sofferse malattia alla testa, che durò nove mesi. Dopo d'allora andò soggetta a delirio allucinatorio. Essa raccontava che fin dalla sua fanciullezza le apparve più volte il Signore, che trovandosi in chiesa i simulacri di Santi scendevano dagli altari, e spesso le si avvicinavano per parlarle. - Durante il suo soggiorno nel nostro Manicomio vedeva spalancate le porte del Paradiso, ove trasportavala in gloria un coro di angeli, che s'intrattenevano con lei in confidenziali colloqui. Raccontava spesso che il suo padrone di casa aveva certe intenzioni poco oneste su lei, come aveva saputo per rivelazione divina. Ciarlava quando era messa su questi argomenti con verbosità straordinaria, e nel resto era tranquilla, abile in lavori di ago, prestava servigi di un'infermiera che avesse un'intelligenza un po' corta.
      All'esame somatico si notava statura bassa, scheletro gracile, muscoli sottili e flosci, magrezza notevole, pelle di color giallo-olivastro, con molti nèi ed alquante efelidi al volto; pelurie folte nella fronte e sul mento, capelli neri e lunghi, occhi obliqui e quadrangolari, fronte bassa, sfuggente all'indietro, zigomi sporgenti, incisivi molto grossi, inclinati all'innanzi, fisionomia insomma perfettamente mongolica.
      Rilevavansi all'esame fisico sintomi di bronchite catarrale cronica diffusa, con notevole diminuzione di sonorità all'apice del polmone sinistro.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





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