(23) Sono noti i poco ingenui contratti di Giacobbe con Esaù e con Labano. - Grande era l'attività commerciale degli Ebrei; essi avevano società di libraj a Jabes, società di fabricatori di bisso a Bath-Ashbea. Fino dai tempi d'Alessandro essi avevano scelto a dimora le città più commerciali: Corinto, Antiochia, Creta; nella qual ultima nascondevano nei tempi torbidi i Giudei di Babilonia i loro tesori (Ewald Die Alterthumer der V. Israel Tomo IV id. II 296 Gottinge 1854). Tutti gli impieghi di finanze e di commercio erano affidati dagli Assirj ad Ebrei (Daniel II). Che questa tendenza commerciale degli Ebrei fosse dipendente dalla razza, ce lo provano l'affinità coi Fenicj e coi Cartaginesi, coi quali avevano commune la lingua. I Fenicj conobbero prima degli Egizj l'uso delle monete e dei pesi, precisamente come gli Ebrei europei quello delle cambiali. I Sidoni erano famosi fabricatori di stoffe e di vetrarie. L'astuzia e l'avidità Punica sono note.
(24) I Semiti, dice Renan, mancano di curiosità. Dio è grande, è tutta la loro spiegazione. In tutto vedendo essi l'azione inflessibile dell'Ente supremo, la scienza loro finisce al proverbio e alla lirica, come in Grecia all'epoca dei sette savj. (Histoire des Langues Semitiques 1855. I. Paris).
Quanto all'inerzia ed apatia dei Semiti basta ricordare col Despine, che "gli Arabi in Africa lasciarono ruinare le molte costruzioni idrauliche dei Romani, che l'aveano fertilizzata. In tempo di carestia, l'Arabo si lascerà morire di fame, ma non raddoppierà il lavoro, nè cercherà supplire con nuovi raccolti al perduto.
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