- E i lettori qui mi concedano uno sfogo del cuore. Noi italiani ci commoviamo solo che vada ad emigrare uno dei mille capilavori di cui va ricco il nostro paese: e pure non troviamo una sola parola di rimpianto al pensare come vada inedita tuttora, in gran parte, e affatto ignota all'Italia e agli stranieri un'opera che fa pe'l mondo psicologico e antropologico quello che Lyell fece per la geologia e Darwin per la zoologia.
Un ministro saviamente notò che gli Italiani non vanno oggidì nelle scienze filosofiche così innanzi come nelle naturali; ed è vero: ora giova sperare, che, da buon medico, facendo seguire alla giusta diagnosi la cura, ci ne tragga eccitamento a vincere le opposizioni burocratiche e pedantesche, e ad ordinare la publicazione di un'opera, che, aprendo per la prima volta una base esperimentale alle ricerche psicologiche, inviterà ad avanzare la giovane generazione anche in queste scienze, da cui rifuge assai probabilmente perchè lo spirito dei nuovi tempi la sospinge a voler poggiare su'l sodo, e non fra le nuvole delle astrazioni e dei sillogismi.
Si objetta da alcuni postumi ma tenaci avversarj, che il lavoro marzoliano è guasto da molti errori di detaglio; ma costoro ignorano che tutti i lavori dei grandi novatori ne van carichi: il dica Vico con le sue strambalate etimologie; Darwin con le sue informazioni sbagliate; Colombo, che, anche dopo scoperto il nuovo mondo, si credeva nell'Asia. Gli è che tutti questi genj non sanno frenarsi dall'accumulare a favore delle loro scoperte tutti i fatti che lor capitino fra i piedi, anche i meno sicuri; ma le non cessano perciò di essere vere: il Cellini, nell'ansia che il Perseo non fondesse, vi cacciò dentro tutti i piatti e le scodelle della sua cucina; e niuno nega al Perseo, malgrado quella ignobile e precipitata miscela, d'esser un capolavoro.
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