Così nacque la macchietta di Oronzo E. Marginati, che doveva essere dapprima un cantuccio quasi trascurabile della cronaca cittadina, una specie di sfogatoio del malcontento spicciolo, ma che poi, scaldata via via al fuoco del successo sempre crescente, non fu più soltanto una macchietta, ma divenne un tipo, cui l'autore seppe dare successivamente consistenza morale così da renderlo, pure a traverso la gustosa deformazione della caricatura, il portavoce autorevole di una critica di profondo contenuto, ispirata ad una bonaria, per quanto amara filosofia.
E intanto, nel perfezionare la sua creazione, il nostro Lucatelli la veniva amando sempre con maggior trasporto, cosicchè accadde un po' a lui ciò che molti anni prima era accaduto a Miguel Cervantes per il suo Don Chisciotte; l'autore era giunto ad immedesimarsi quasi col personaggio da lui creato.
Ma nella figura rotondetta e bonacciona dì Luigi Lucatelli vivevano in segreto e perfetto accordo due anime, due temperamenti, cui per la volontà del legittimo proprietario, riusciva facile lo scindersi al momento opportuno.
Egli stesso si compiaceva con gli amici di apparire sotto due aspetti diversi derivatigli - secondo lui - dall'essere un Lucatelli, ossia un discendente di una delle ultime vittime del patibolo pontificio e figlio al tempo stesso di una madre uscita dalla piccola borghesia romana, quella borghesia minima che, ancora alla vigilia della Breccia, non sapeva persuadersi che il quieto vivere dell'Urbe, potesse essere disturbato dagli obici del generale Cadorna.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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