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      Lui nell'età in cui l'altri pupi te si ficcheno un dito nel naso, già stava accusì avanti, che bisognava tenerlo, si no ce si ficcava tutta la mano: è stato lui che ha inventato l'arte di mettere il carrettino di carta ne le convinzioni pulitiche delle mosche, e la pecetta di carta masticata modello Marginati è la più accreditata nella nostra popolazione scolastica. E come si nun bastasse, lui ti sa a memoria tutto quello che si insegna ne le scole itagliane: Domandateci: Che faceva la vispa Teresa? E lui vi arisponderà come una palla: Avea fra l'erbetta. Che cosa s'ode a destra?... Uno squillo di tromba. Fu vera gloria?... Ai posteri. Chi risponde a sinistra?... Un altro squillo. Come cade la neve?... A larghe falde. E gli uccelletti?... Si svolazzano l'anima dei loro perversi defunti di ramo in ramo. E via dicendo.
     
     
      Come lorsignori vedono, sta bello avanti, e si nun fusse l'invidia dei contemporanei, sono certo che questa creatura ti passerebbe a la posterità, come a una classe superiore qualunque. Non ci parlo poi del carattere. Eccoci un esempio, col quale entro anche ne la parte, diremo accusì, didattica:
      Lorsignori devono consapere che io, a torto o a raggione, ho sempre avuto, nell'educare il pupo, questa massima: che la virtù, cioè, è come l'arittimetica, vale a dire che abbisogna renderla evidente con l'esempi pratici e non con le teorie. Voi cercate d'insegnare a un rigazzo che quattro e quattro, così in astratto, fa otto. Ve ci vorrà una settimana a bon conto; quando voi ci aridomandate: quanto fa quattro e quattro? lui vi arisponde: Numa Pompilio.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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