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      Ma la virtù in ogni caso, nun c'è bisogno che te l'attacchi al collo come il campanello del gatto. La virtù sarebbero, sia detto con la consuveta supportazione, le mutande dell'anima, che nun si vedono, ma si nun ce l'hai, sei un zozzaglione.
      Raggione per cui, si quando ti trovi in compagnia senti uno che in un quarto d'ora pronunzia tre volte la parola galantuomo, abbottonati le saccocce e zompa sul primo tramve che ti capita davanti, comechè quello è un miccagliolo di sicuro.
      L'onestà, l'educazione e i bagliocchi sono tre cose che chi ce l'ha davero, nun le nomina mai.
      Nun so se tu riverai a essere un signore, nel qual caso potrai averci molti idee del tuo, ma si per caso diventassi un tribbolato, fatti una borza impermeabile per tenerci dentro le tue oppignoni, e nun le far vedere a nissuno.
      Se un tuo superiore ti domanda come la penzi in una questione, di' che ti dole un dente, che te si è strappato un bottone ai straccali, arispondi una scemenza qualunque, perchè si per avventura ti perdonano d'essere un galantuomo, nissuno ti perdonerà di nun essere un micco.
      Mantieni sempre la tua parola.
      Qualcuno ti dirà che, per aver mantenuto la sua parola, a Attilio Regolo ci successe che lo misero dentro una botte piena di chiodi e lo ruzzolarono giù per Capo le Case, raggione per cui, quando uscì fuori messe una mano sul foco e disse: Ingrata patria, me ci hai pizzicato una volta, nun me ci pizzichi più.
      Ma tu, chi ti porta questo esempio, arispondi che quella di mantenere una parola è il lusso di noi poveri diavoli, comechè nun possiamo certo mantenere una ballerina.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





Attilio Regolo Capo Case Ingrata