E allora, o figlio di poveri ma onesti genitori, beccatela e di' come disse Cornelia madre dei Gracchi: Dio me l'ha data, guai a chi la tocca.
Averai inteso dire più volte che un omo pole ridimere una donna.
Abbada di non fare questo bisinisso, come dicheno oltre oceano.
Non è che la donna si dimentica il beneficio aricevuto; è che non te lo perdona mai.
Tu ci diventi come una specie di fedina criminale in pelle e ossa, e naturalmente cerca di buttarti via.
Aricordati che la donna, quando ti vuol fare una cattiva azzione, prima si persuvade a ogni costo che te la meriti, perciò quando te l'ha fatta si perdona, e trova, che doppotutto, nisuno la pole condannare. A te, però non te la perdona più.
Tu dirai che questi sono brutti difetti e che io disprezzo le donne. Nemmeno per il formaggio: anzi, succede accusì, che quando ci hai di queste idee, l'ultima donna che ti capita per le mani, ti pare sempre l'eccezzione de la regola, per cui si è destino che tu devi arimanere stropicciato, beccati pure questa birola, che salute ti darà, e nun c'è da metterci una pezza.
Dicevamo, dunque, che questo è il cosidetto insegnamento morale.
Per quello che ariguarda l'altri lati de la pissicologgia del pupo, che sarebbero come chi dicesse il sentimento e la intellettuvalità, io e Terresina si siamo divisi, come suol dirsi, l'agone.
L'educazzione del sentimento se l'è ariserbata Terresina, comechè lei dice che certe cose, come crescono sotto la mano de la donna, nun crescheno in nissun altro modo. E per fissarci bene ne la mente certe definizzioni, ha scritto una collana di sonetti intitolati: Sonetti del sentimento.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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