Il difficile è il modo di usarla. Tu, ci scommetto che ti ci soffieresti subito il naso; invece ti assicuro che bisogna tenerla da conto, saperla sventolare ogni tanto per levarci le tarle, e soprattutto imparare a ripiegarla.
Questo ultimo lavoro qui a Montecitorio lo fanno accusì bene, che si pole dire, vivono di quello.
Per cui, vieni nel santuvario della patria, guarda, arimira ed apprendi.
Detto un fatto entriamo a Montecitorio, indovechè appena entrato esclamai: Numi dei vari Olimpi, debbitamente assortiti!... Sogno o son desto?
Si figuri che cascassimo in pieno struzzionismo, indove uno faceva "tetetè tetetè tetetè" con la bocca, un altro con la medesima faceva altre cose, uno sbatteva le tavolette, uno fischiava la marcia de l'Aida e, quello che è peggio, uno parlava.
Il pupo me ti fa, dice: Papà, ma che ci ho da imparare qui!... Si tanto quanto azzardassimo a comportarci accusì a scola, ogni zampata del maestro ci rimane la forma della scarpa nel pensiero pulitico!... Eppoi dice, questo è il santuvario della patria?... E la patria indove sta?
- Ecco, ci feci io, che stavo su le spine, la patria c'è, ma qui non ce la fanno entrare, perchè si quella entrasse quaddentro, ti piglia, di tutta questa gente, uno per partito, e ci dà tanti di quei sganassoni che ci cascheno tutti i denti, senza dei quali la pulitica nun la ponno fare più, perchè ci mancheno i ferri del mestiere.
In quel momento incominciarono a sentirsi certi vocabboli, che feci appena a tempo a mettere la giacca in testa al pupo e portarlo fori, per pavura che sentissi tutto.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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