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      Sempre come sopra.
     
      Averebbe qualchiduno la bontà di salutarmi la rippresentanza nazzionale, che sta per riaprirsi?
      Io, sarà per quel tinticarello dell'ecchese candidato, sarà per quel panciante a la pulitica che è come chi dicesse il lupo, con cui il pelo te lo perdi come si te lo fussi giocato a bottonella, ma il vizzio mai, certo è che ugniqualvolta passo davanti a Montecitorio dico fra me e Oronzo E. Marginati: E pensare che lì dentro si gioca a bazzica e legge, mentre di fori il proletaglio va cercando nei monterozzi di mondezza una spina di pesce che nun sia proprio tirata a pulimento ovverosia un osso del fu abbacchio indove ci sia ancora una rimembranza di carne!...
      Vede: nun è che io disprezzi il rappresentante de la nazzione, perchè si uno ama la nazzione e disprezza chi la rippresenta è come si dicesse di amare Roma e poi si soffiasse il naso ne la lupa, calpestasse il Colosseo o si mettesse a sedere su la colonna Antonina.
      Io, anzi, quanto ti dico: un diputato, con una mano ci faccio tanto di cappello, e con l'altra grido: Viva sempre le nostre nun mai abbastanza gloriose stituzzione.
      Ma tuttavia ne la mia propria capoccia de la testa, quando penso al carro de lo Stato e al rispettivo rippresentante de la nazzione, nun posso fare a meno di figurarmi il suddetto rappresentante de lo Stato come colui il quale deve tirare il prefato carro.
      Sarà somiero, sarà destriero, sarà leone, tigre, pantera, farfalla, ippopotamo, zanzara, vapore, grillotalpa, mosca olearia o microbbo del tifo, ma certo è quell'essere animato che deve stare fra le stanghe de la nazzione e tirare.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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