Col quale, detto un fatto, me ti trovai ingaggiato. In tal modo me ti diressi a casa, e dissi a Terresina: Vi siamo. Preparami il costume di guerra, che vado alla suddetta. Si devi svenire aspetta un momento, che mando a pigliare l'aceto, e non obbliare l'elmo che ci andetti in Africa.
La quale Terresina si fece portare poltrona, svenne e si nun era che ci aveva la veste da cammera nova, ci veniva puro l'attacco di nervi. Laonde voleva mettermi il chiodo all'elmo per il colore locale, ma declinai l'offerta.
Quindi chiamai il pupo e ci dissi:
Guarda tuo padre, e lèvati all'altezza dei tempi, nonchè il dito dal naso. Pole darsi che io aritorni e pole darsi di no. Nel qual caso seguita costantemente ad essere figlio mio, ed anche di tua madre. Rispetta la patria e le stituzzioni, e non calpestare mai nè i diritti, nè i calli del prossimo. Frequenta la gente onesta se la trovi, se no fatti fare diputato. Si ci hai una fede inconcussa, illuminala con la fiaccola dell'ideale, bagnala col sudore de la fronte e asciugala al sole dell'avvenire. Con questo sistema te la conserverai in bono stato e sarai la consolazzione dei tuoi superiori. Aricordati che la bucìa ha le gambe corte, per cui dall'alto di questa piramide ci siamo e ci resteremo, nonchè la virtù è premio a sè stessa e vale più un ovo oggi che un'appedicite doppodomani, o una cambiale protestata ieri. Addio. E tu, sposa fedele, metti fuori i tuoi affetti su questo rampollo e la canfora nel cravuse che ci sposai, nonchè un po' più di burro nei spaghetti, che quelli d'oggi pareveno fili del telegrafo.
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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