Accusì arrestai così male, che la notte mi sognai che cercavo la sorgente dell'Omo e nun ci dico altro.
Mi faccio meraviglia di Basigliola.
Averebbe la bontà, prendendo le relative precavuzzioni per la salute, di salutarmi Basigliola?
Torno a dirci che io non sono letterato, ma per mezzo de la stampa quotidiana qualche schizzo di letteratura t'entra sempre fra le parete domestiche, accusì dagli oggi e persevera nel ridarci domani, su per giù tutti i personaggi del signor D'Annunzio me li aritrovo sempre per casa. Laddovechè l'anno scorso il pupo, prima me ti si era messo in testa di fare il Corrado Brando e tirava zampate al gatto da la mattina a la sera, rubbava il zucchero dal barattolo e tirava pecette al signor maestro per via che lui era un eroe, e dette perfino un schiaffo alla figlia del portiere, con la scusa che era de la razza dei Cabotto; poi ci prese l'affare de l'ingegnere de le acque come Virginio Veste e non si pole immagginare come aridusse le cazzerole in cucina e altri strumenti domestici.
Questo ce lo dico per dimostrarci che in casa l'influsso letterario ci si sente.
Per cui, si lei non mi mette ariparo in tempo dicendolo al signor D'Annunzio, questa Basigliola mi ariduce in mezzo a un vicolo cieco.
Ma, scusi, indove le pesca queste donne il signor D'Annunzio?
O sono bone bone come Maria Vesta e allora si piangono sempre l'anima dei loro migliori trapassati vestiti da festa, o si tanto tanto ti passeno il Rubbicone, ti piglieno la strada da le Angizzie Fure o de le Basigliele, e allora me le saluta lei?
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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna pagine 188 |
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